Il cancro orale rappresenta circa il 3% di tutti i tumori nell’uomo e il 2% di tutti i tumori nella donna.


Il 90% dei tumori maligni del cavo orale è rappresentato dal carcinoma squamocellulare; possono derivare da disordini potenzialmente maligni (PMD) o insorgere su mucosa sana, presentandosi multipli nel 2% dei casi.


I principali fattori di rischio per l’insorgenza del carcinoma orale sono fumo di tabacco e alcol. Rispetto al resto della popolazione i fumatori hanno un rischio 5 volte superiore di sviluppare tale tumore, essendo esposti ai circa trecento composti e prodotti della combustione a dimostrato effetto mutageno ed alla stessa irritazione termica. L’alcool ha effetto sinergico moltiplicativo al tabacco nella cancerogenesi del carcinoma orale: da solo aumenta fino a 30 volte il rischio di sviluppare il tumore nei forti bevitori.


Alcuni microrganismi sono stati implicati nello sviluppo del cancro orale. DNA di Papillomavirus (HPV) è stato spesso riscontrato nelle lesioni cancerose di questo distretto. Sebbene la potenziale oncogeneticità del virus sia stata provata, non è ancora stato accertato un suo ruolo causale nel determinare la malattia, mentre sembra più verosimile un effetto sinergico con fumo di tabacco e alcool. Il virus di Epstein-barr (EBV) e il virus dell’epatite C (HCV) sono notoriamente coinvolti nella patogenesi di disordini potenzialmente maligni, ma non è stato provato un loro coinvolgimento nella genesi del tumore. Dibattuto, ma mai definitivamente provato, è il ruolo della candida.


L’esposizione a radiazioni solari ultraviolette, analogamente ad altre neoplasie cutanee, è importante nella cancerogenesi del tumore squamocellulare del labbro. Stati d’immunodepressione possono predisporre all’incidenza di carcinoma del cavo orale, soprattutto in soggetti esposti ad altri importanti fattori di rischio quali fumo di tabacco e alcool.


Se una zona anomala viene individuata nella cavità orale, solo una biopsia sarà in grado di stabilire se si tratta di cancro oppure no. Normalmente si consiglia al paziente di consultare un chirurgo maxillo-facciale, il quale effettuerà, mediante un piccolo intervento, una biopsia asportando una parte del tessuto anomalo, che successivamente verrà esaminata al microscopio da un patologo per rilevare la presenza di cellule tumorali.


Oltre alle normali indagini diagnostiche di routine, riteniamo utile l’utilizzo dell’autofluorescenza; grazie ad un dispositivo capace di indirizzare luce ad autofluorescenza sulla zona interessata dalla lesione (Goccles, dispositivo ottico messo a punto da un gruppo di ricercatori della U.O. di Chirurgia Maxillo Facciale della Università Cattolica del Sacro Cuore), è possibile evidenziare molto precocemente alterazioni strutturali e chimiche della mucosa orale facilitando la ricerca delle lesioni maligne.


Importante è il momento della diagnosi dacché, se il carcinoma orale è diagnosticato in fase precoce, la sopravvivenza a 5 anni dal trattamento, è notevolmente maggiore e può raggiungere circa l’80-90% dei casi.


E ’QUINDI ESTREMAMENTE IMPORTANTE AI FINI PROGNOSTICI LA DIAGNOSI PRECOCE DEL CANCRO ORALE.


Indagini approfondite dovrebbero essere eseguite a scopo preventivo almeno 2 volte  l’anno per tutti i soggetti di età superiore ai 40 anni.


Si consiglia di rivolgersi al chirurgo maxillo facciale per qualsiasi lesione della mucosa orale che non scompaia entro 15 giorni dal suo apparire, nonostante le terapie del medico di famiglia o del patologo orale.